Prima di tutto grazie! Grazie di cuore per essere qui per condividere tutti insieme con questa inaugurazione l’inizio di un nuovo servizio a favore di chi vive ogni giorno la fatica di vivere”. Il 27 settembre del 2019 all’inaugurazione di casa Irene dicevo: “Vorremmo tanto rispondere a un altro bisogno sul nostro territorio, quello di poter trovare un luogo dove aprire una mensa per chi non ha una casa dove poter mangiare, dove aver la possibilità di relazionarsi con altre persone. Insieme come sempre possiamo farcela.” E oggi siamo qui, perché oggi tutti insieme iniziamo a dare vita a questo nuovo progetto.
Ma perché una mensa, perché un’accoglienza per uomini senza fissa dimora? Il pensiero di creare un luogo dove poter offrire non solo qualcosa da mangiare, ma anche un luogo dove incontrarsi, creare relazioni è nato già da quando alla sera con Sergio e altri amici portavamo la pasta, cucinata alla casa piccolo Bartolomeo, nel piazzale della stazione, negli ultimi due anni poi, come MAMRE, abbiamo sostenuto economicamente i pasti preparati dalla cooperativa Il Ponte e distribuiti dai volontari della rete non solo pane ad Arona e a Borgomanero. E tre anni e qualche mese fa la proposta a don Piero, nostro parroco, di riaprire questa bellissima casa di proprietà della parrocchia proprio per dare vita a una mensa, proposta accolta da lui con una visione profetica. Una mensa dove non sarà offerto solo il pasto, ma ci sarà la possibilità di instaurare relazioni, di essere ascoltati e di ascoltare, di essere chiamati per nome, di vedere restituita la propria dignità. Vi sono alcune camere per accogliere chi è senza fissa dimora, già oggi ospitiamo 11 uomini, ci saranno a breve dei laboratori propedeutici al lavoro e poi la possibilità, grazie alla collaborazione con altre associazioni, di aprire il salone a incontri culturali, formativi, spensierati, e dalla prossima primavera grazie a un progetto del Lions club Borgomanero Host di rivedere splendere anche questo giardino, la restituzione alla parrocchia e a tutta la città di un bene bello e generatore di bellezza, una casa che ha visto generazioni di nostri concittadini vivere momenti belli e indimenticabili, una casa dove si sono sempre respirate la vita, la speranza e il futuro, rifiorirà, e chiunque sarà accolto, ospite o volontario, potrà trovare una casa accogliente la cui facciata è il volto di un amico che ti vuole bene.
Dom Mario Zanetta, vescovo di Paulo Afonso , diceva: “è necessario fare un passo avanti, dai progetti personali “io ti accoglierei a casa mia, ma non ho un letto a offrirti”, ai progetti collettivi, di comunità e allora tutti insieme riusciremo a trovare la risposta ai problemi che schiacciano le persone”. Il Papa con la sua enciclica “Fratelli tutti” vuole offrire un sogno da fare insieme che non si limiti solo alle parole, ma sia in grado di spronare tutte le persone a sentirsi realmente “come un’unica umanità…come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la sua ricchezza di fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli”.
Desidero ricordare due amici che hanno terminato il loro percorso terreno, Il primo è l’amico Mauro Clerici. Di Mauro ho sempre ammirato la passione che in lui era vero amore che sempre aveva non solo nel fare, ma soprattutto nell’incontrare l’altro.
Questo amore Mauro lo viveva nell’ incontro con chi abitava la casa di accoglienza o con i giovani del campo profughi in Bosnia, sempre cercando di andare in profondità, mai superficiale, per conoscere e capire e così anche quando la persona aveva un carattere scontroso era lui che poi diceva: “con quello che ha vissuto, non so se fossi io al suo posto come sarei…” e una volta alla settimana si fermava a condividere la cena con gli ospiti della casa.
Il secondo amico è il professor Giannino Piana, persona di straordinaria intelligenza e cultura, persona innamorata di Gesù e dei fratelli, che – come ha ricordato Enzo Bianchi – ha percorso nella sua vita un continuo itinerario dialogico dall’io all’altro, fatto di un desiderio di conoscenza dell’altro, di un sapersi sempre abbassare al livello dell’altro e di ascoltarlo con la mente e il cuore aperto, sempre disponibile a offriti il suo aiuto, con un volto, anche nella malattia, sempre illuminato da una luce di speranza che ti donava tanto che quando lo lasciavi eri consapevole di aver ricevuto un grande dono. Due grandi testimoni per il servizio che i volontari svolgeranno in questa casa.
E come dice l’amica teologa Antonietta Potente: “Non dobbiamo prestare attenzione alle situazioni di altri popoli o dei nostri connazionali solo perché hanno bisogno… c’è una vita che dobbiamo ritessere insieme per poter continuare a vivere… riscoprire l’importanza di dedicarci la vita reciprocamente, perché siamo importanti e abbiamo cose importanti da scambiare, sapienze ed esperienze differenti… si apre così un circolo di dignità; semplicemente vivere è la prima cosa che chiede una persona, che chiedono i popoli”.
Finisco con una della parole che papa Francesco ci invita a usare ogni giorno:
Grazie e lo dico pensandolo come il plurale di “Grazia”, ed è una grazia, un dono grande essere qui oggi, voi siete una grazia, un grande dono, ognuno di voi, dobbiamo sentirci davvero figli di uno stesso Padre, fratelli quindi che si amano e insieme vogliono operare per il bene comune, solo l’amore e la giustizia possono generare la speranza di un mondo migliore per tutti.
Il primo grazie, come ho detto prima va a don Piero, ringrazio poi don Giorgio Borroni per l’importante contributo offerto alla Parrocchia per buona parte dei lavori effettuati,
grazie a don Paolo Selmi , presidente della Casa della Carità di Milano e vicedirettore della Caritas Ambrosiana, per aver accettato l’invito ed essere qui con noi, ed è un grande dono, grazie a don Giuliano Palizzi, direttore del collegio don Bosco e alla famiglia salesiana per l’amicizia, la condivisione e il sostegno all’associazione. Grazie alle mie sorelle Monache benedettine dell’isola di San Giulio, per la preghiera con la quale ci accompagnano e ci sostengono.
Grazie ai club di servizio Lions Borgomanero Host, Lions Borgomanero Cusio, Rotary per il sostegno ai progetti dell’associazione. Un grazie di cuore a Marco Caleffi per le apparecchiature e la messa a disposizione del team che ha predisposto la rete di controllo del riscaldamento, grazie alla ditta Sampa, alla PPG e Color Exper, allo studio Zaninetti, all’amico Loris Pinton per aver rimesso a nuovo la tettoia all’ingresso che era ridotta alle sole putrelle arrugginite. Grazie alle famiglie Olivari e Fornara, a Gian Luca Gnemmi della ditta Pegaso per l’infinita disponibilità, pazienza e professionalità, a Sandra e a Franco per il “pane quotidiano”, a Giorgio Ingaramo per il prezioso instancabile lavoro non solo di progettazione, ma fatto di tanta competenza e pazienza per i rapporti burocratici con i vari enti, grazie ad Alfredo Simonotti che ha curato, seguito con grande disponibilità e cura i lavori. Grazie alla disponibilità e alla professionalità dell’amico Alberto Mossetti che con Alberto Barozza ha portato avanti i lavori dell’impianto elettrico e ne avranno ancora di lavoro da fare. Grazie alle amiche Anna Savoini, Anna Pezzana, Gabriella De Bono e al Lions Club Milano Madonnina per aver curato la biblioteca che troverete all’interno nel salone. Grazie all’associazione Cressa aiuta Cressa per i lavori di cucito, agli amici del gruppi musicali “Goss”, “No Wheels” e “Johnny o’Clock”per lo splendido concerto che ci hanno offerto a gennaio e per quanto ci faranno ascoltare oggi.
Grazie di cuore a uno a uno a tutti i volontari che con passione, da tempo, hanno lavorato per rinnovare questa casa e si sono preparati per iniziare questo servizio. Un grazie particolare ad Antonio Lavuri che in queste ultime settimane si può dire che abbia vissuto qui. Grazie ad Annita, a Beppe, a Chiara e ad Alessio, ad Anna e a Giulio, a Giorgio e Gabriele per la loro amicizia, disponibilità, per il loro cuore grande. Grazie al professor Davide Maggi presidente della Fondazione Comunità Novarese, al dottor Gianni Filippa presidente dell’associazione industriali di Novara Vercelli. Grazie a tutti i ragazzi, speranza per il futuro di questo mondo, che oggi vi accompagneranno a visitare la casa.
Grazie a Maria Bonomi, presidente dell’Auser, a Ivo Mancini dell’Emporio Borgo solidale e con lui a Gabriele, all’amico Sergio Vercelli, a Michele e a tutti gli amici dell’associazione Compagni di Volo, a Fabrizio Filiberti e a Milena Simonotti dell’associazione Città di Dio che ci aiutano a guardare in alto, a Giovanni Marchionne presidente dell’Ispam, a Mauro Fanchini presidente della cooperativa Il Ponte, ad Andrea e Piero Porta della cooperativa Lavoro Malgrado Tutto, a Franca, a Elena, a Laura e Paola dell’associazione Insieme si può di Nebbiuno, a Mauro Facchini di Libera, a Emanuele Cerutti dell’ANPI, alla C.R.I. di Borgomanero, a Renato Velati e al gruppo alpini di Borgomanero, a Roberta Fornara del Centro Gazza Ladra di Invorio, a Mariola Borgna, Bruna, Roberto della Caritas parrocchiale di Borgomanero, a Giovanna, Patrizia, Mario della Comunità di Sant’Egidio, a Luciano Agazzone e agli amici di Don Gianni Sacco,
Grazie ai rappresentanti delle istituzioni oggi presenti, a Claudia Frascoia direttrice del Ciss di Borgomanero e con lei tutte le assistenti sociali, educatrici, ad Arabella Fontana e al personale del nostro ospedale, a Bruno Valloggia, a Chiara Barberi, sindaco di Briga Novarese, a Giorgio Angeleri, sindaco di Orta, ad Angelo Barbaglia, sindaco di Cureggio.
Grazie alla mia famiglia per il grande bene che mi vuole, a Riccardo e ad Alessandro miei nipoti che mi fanno sorgere nuovi sogni. Grazie a ognuno di voi, per essere qui oggi e per seguire, accompagnare, sostenere l’associazione nei suoi progetti. La porta è sempre aperta per chi vuole e può collaborare, è importante per me un passaggio di testimone.
Edith Stein ha scritto: “Ciò che permette di contemplare la necessità e di amarla è la bellezza del mondo. Senza la bellezza questo non sarebbe possibile”. Ringraziamo insieme il Signore per il grande dono della vita e dell’amore e che ci aiuti sempre a contemplare e a vivere la bellezza di questi doni nell’incontro con il fratello.